Il mito del secco è crollato: le crocchette non puliscono i denti, aumentano il rischio di tartaro nei cani
- Born Again Raw Feeders

- 17 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Una nuova ricerca veterinaria dimostra che le diete fresche e minimamente lavorate proteggo

Il tartaro nei cani – noto anche come calcolo dentale (DC) – è una delle patologie orali più diffuse: si stima interessi tra il 30% e l’80% dei cani adulti e, se non trattata, può evolvere in malattie parodontali con conseguenze sistemiche rilevanti, quali infiammazione, perdita dei denti e problemi cardiaci .
I vantaggi delle scelte alimentari precoci
Uno studio retrospettivo finlandese ha analizzato 4.771 cani, confrontando 2.360 soggetti con tartaro e 2.411 senza, esplorando 29 fattori ambientali ed alimentari nelle prime fasi di sviluppo (prenatale, svezzamento, adolescenza).
Dieta non lavorata a base di carne (NPMD): associata a un rischio significativamente inferiore di DC se somministrata durante lo svezzamento, la fase di cucciolo e l’adolescenza.
Dieta ultra-processata ad alto contenuto di carboidrati (UPCD): correlata a un rischio maggiore di formazione di tartaro nei medesimi periodi.
Questi risultati erano statisticamente solidi (P tra 0.001 e 0.02), suggerendo un ruolo protettivo della NPMD nei confronti del tartaro nelle fasi formative .
Altri fattori protettivi e di rischio
Presenza di altri cani in casa: vivere con simili riduce significativamente la probabilità di DC, ipotizzando un ruolo immunitario e microbiotico condiviso.
Tra i fattori non modificabili:
Storia materna di tartaro (OR ≈ 7.6), suggerendo predisposizione genetica o trasferimento precoce della flora orale,
Taglia del cane: le razze piccole o medie mostravano rischio maggiore rispetto a quelle grandi .
Diete a confronto: carne fresca vs alimenti ultra-processati
Nel sottogruppo analizzato, i ricercatori hanno confrontato la composizione tipica delle due principali categorie alimentari prese in esame:
Dieta NPMD – Dieta a base di carne non processata: include alimenti freschi o crudi, come carne muscolare, organi e ossa carnose, non sottoposti a trattamenti industriali. Queste diete presentavano una composizione energetica media pari al 30% di proteine, 69% di grassi e solo 2% di carboidrati.
Dieta UPCD – Dieta ultra-processata a base di carboidrati: corrisponde principalmente ai mangimi secchi commerciali (crocchette), ad alto grado di lavorazione industriale e ricchi di amidi. La composizione energetica media rilevata in queste formulazioni era del 25% di proteine, 33% di grassi e ben 41% di carboidrati.
Il contrasto è evidente: i cani alimentati con dieta NPMD risultavano significativamente più protetti dalla formazione di tartaro, mentre quelli nutriti con dieta UPCD avevano una probabilità nettamente più alta di sviluppare deposito di placca calcificata. I dati suggeriscono che la struttura e la composizione nutrizionale degli alimenti – in particolare l’elevata quota di carboidrati raffinati – possono giocare un ruolo chiave nella patogenesi del tartaro.

Meccanismi e implicazioni
Il tartaro è un biofilm calcificato che si forma da placca, sali salivari, batteri. In un contesto alimentare con meno carboidrati, si favorisce una microflora anaerobica meno patogena, riducendo la formazione di placca preventiva, come suggerito anche da studi su diete grezze e ossa .Anche in medicina umana, l’alimentazione infantile modella microbiota orale e salute parodontale a lungo termine.
Limiti e prospettive
Lo studio, pur robusto dal punto di vista statistico, resta osservazionale e retrospettivo, con rischio di bias da memoria del proprietario nella diagnosi di tartaro . Occorrono quindi trial prospettici controllati per:
Verificare la causalità tra dieta precoce e DC.
Comprendere i meccanismi biologici, microbiologici, immunitari in gioco.
Cosa significa per veterinari e proprietari
I risultati di questo studio forniscono spunti concreti per migliorare la prevenzione della salute orale fin dalle prime fasi di vita del cane. Ecco i principali messaggi da portare a casa:
La dieta nei primi mesi conta davvero. Scegliere un’alimentazione a base di carne fresca e non processata (dieta NPMD) durante lo svezzamento e la giovinezza può ridurre in modo significativo il rischio di formazione di tartaro nel lungo termine. Al contrario, una dieta ultra-processata e ricca di carboidrati (dieta UPCD), come le crocchette comuni, si associa a un aumento del rischio.
La socialità fa bene anche ai denti. I cani che convivono con altri cani hanno mostrato una minore incidenza di tartaro. È possibile che la condivisione dell’ambiente, delle abitudini e della microflora orale favorisca un migliore equilibrio batterico e immunitario.
Alcuni soggetti sono più a rischio.I cani di piccola e media taglia, così come quelli con una madre che ha sofferto di tartaro, meritano un’attenzione preventiva maggiore: monitoraggi regolari, igiene orale precoce e una scelta alimentare mirata sono fondamentali.
Le credenze vanno aggiornate.L’idea che le crocchette “puliscano i denti” è stata ufficialmente smentita da evidenze scientifiche. È il momento di riconsiderare le linee guida nutrizionali e di educare i proprietari con informazioni aggiornate e basate su dati.
In sintesi
Le evidenze di questo studio suggeriscono con forza che la prevenzione del tartaro inizia nei primi 18 mesi di vita. Un'alimentazione fresca, minimamente processata e povera di carboidrati – come la dieta NPMD – insieme a un ambiente sociale stimolante e alla conoscenza dei fattori predisponenti (come la taglia o la familiarità materna), rappresentano leve fondamentali per tutelare la salute orale a lungo termine.
Tuttavia, affinché questi risultati possano tradursi in linee guida cliniche strutturate, sarà necessario confermarli attraverso studi prospettici controllati, in grado di stabilire nessi causali più solidi.
Hemida, M.B.M., Holm, S., Eklundh, M. et al. Modifiable early life risk factors for dental calculus in dogs: a retrospective cross-sectional study in Finland. BMC Vet Res 21, 430 (2025). https://doi.org/10.1186/s12917-025-04885-8



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